Nel Medioevo –a differenza di oggi– le armi erano considerate come “esseri viventi”, carichi di una valenza magica che consentiva loro di partecipare n maniera attiva alla battaglia che ognora si combatte fra le forze del bene e quelle del male. Ma chi conferiva alle armi questi arcani poteri? I fabbri e gli artigiani che le avevano fabbricate, certo; e poi anche gli Aviche le avevano eroicamente impugnate e le Dame che – nel corso dei riti di investitura – le avevano consegnate ai cavalieri.
Ma, soprattutto, era il cavaliere stesso che doveva provvedere a “caricarle di energia” mediante le sue preghiere, la sua passione, le amorevoli cure che continuamente doveva dedicare loro.
Da: http://www.kemi-hathor.it/kemihat/uscita116/kh116-04.pdf
Nessun commento:
Posta un commento