Battaglia di Cerignola

Dopo la Disfida di Barletta, con la vittoria dei Tredici Cavalieri italiani su quelli francesi, riportata nel memorabile scontro del 13 febbraio 1503, durante un più ampio conflitto tra Francesi e Spagnoli per il dominio sulle regioni del sud Italia, le imprese del Gran Capitano Consalvo di Cordova si concentrano a nord della Puglia, in Capitanata, nella quale, osservata minuziosamente la topografia del territorio e del borgo, sceglie la terra di Cerignola tenendo conto anche della dinamiche prudentemente meditate dello scontro imminente con i Francesi.
Consalvo marcia quasi di nascosto verso Cerignola: e lo vuole fare al più presto possibile per raggiungere quel sito prima dei Francesi. Ma tutta questa foga nasconde senza dubbio una consapevolezza tattica militare: nonostante le gravi perdite di uomini e risorse per le asperità climatiche dovute a caldo e siccità, Consalvo non si ferma e raggiunge quella località.
Schierato l'esercito si accampa nei pressi della cinta muraria sotto la quale una depressione del terreno viene strategicamente convertita in un più ampio e incavato fossato.
Intanto le truppe di Consalvo sembrano essere strette in una morsa: le truppe con a capo il duca di Nemours provenienti da Canosa da un lato, la piccola guarnigione di Francesi di stanza a Cerignola dall'altro, che tentano di far fuoco sugli Spagnoli senza arrecar danno alcuno.
Il terreno di battaglia, a questo punto, colmava il punto debole della cavalleria di Consalvo: oltre agli archibugi, il fossato esercitò un ruolo di straordinaria importanza per le sorti della battaglia, in quanto il suo ampliamento e approfondimento coglieranno di sorpresa il nemico, che s'aspetta tutt'altra conformazione del terreno.
Da un punto di vista psicologico l'alterazione d'immagine del fossato influenza notevolmente la tensione intellettiva e sensoriale dei Francesi, che avvertiranno quasi un disorientamento. Ed è proprio il disorientamento la componente principale della vittoria di Consalvo come, simmetricamente, il condurli nel punto più profondo del fossato il cuore della sua impresa.
In pochi minuti l'azione distruttiva dell'arma da fuoco, coordinatamente alla fanteria e alla cavalleria degli Spagnoli, si scontra contro la forza di sfondamento della fanteria e del principio tattico dell'arma bianca dei Francesi: non solo uno scontro di due eserciti, dunque, ma di due strategie militari differenti che sconvolgevano una consuetudine che impegnava unicamente cavalleria contro cavalleria, reparto contro reparto.
Eppure, dietro lo scontro si cela un segreto. Se la pendenza del terreno, resa più accentuata con lo scavo del fossato, è tra i fattori determinanti la vittoria di Consalvo, tenendo conto anche del numero inferiore di uomini nelle file dell'esercito spagnolo, il vero protagonista della battaglia potrebbe essere individuato nel tempo, motore segreto dell'azione bellica: lo scontro durerà appena una trentina di minuti, secondo un ordine logico del piano d'attacco costantemente rispettato.
E se è vero che ogni guerra necessita di un segno della vittoria, di un bottino, allora la terra di Cerignola e di tutta la Capitanata fu legittimamente considerata tale.