venerdì 24 giugno 2011

La bomba a idrogeno

Molto più pericolosa della bomba atomica è la "bomba H" ("bomba all'idrogeno"), in cui alla fissione dell'uranio e del plutonio si aggiunge la fusione degli isotopi dell'idrogeno e del litio, che si combinano per formare elio e liberando energia, un processo simile a quello che avviene al centro del Sole. Poiché la bomba H usa come detonatore una normale bomba atomica, la compressione del suo combustibile nucleare è molto più rapida, superando completamente il problema di una frantumazione prima che la reazione sia andata molto oltre. Come risultato, può essere usato più combustibile, provocando una
esplosione molto più grande. Mentre la bomba di Hiroshima era equivalente a circa 13·000 tonnellate di potente esplosivo (le bombe A successive erano più grandi), sono state fatte esplodere bombe H che erano 1000 volte più potenti.
   
Il lampo di una tale bomba può incendiare città e foreste a una distanza di oltre 40 chilometri, mentre i letali detriti radioattivi ("ricaduta radioattiva") che successivamente ricadono al suolo, possono ricoprire aree a molte centinaia di chilometri dal luogo dell'esplosione. Il fatto che siano liberati così tanti detriti di fissione significa che, benché questa sia chiamata "bomba all'idrogeno", molta della sua potenza distruttiva (probabilmente la maggior parte di essa) proviene dalla fissione del plutonio e dell'uranio. Negli anni '60 del XX secolo, quando Stati Uniti e Unione Sovietica costruivano tali bombe e ne prevedevano l'uso, vennero identificati o costruiti negli Stati Uniti dei "rifugi antiatomici", riparati da pareti abbastanza spesse (circa 20-30 cm di cemento) da bloccare le radiazioni mortali della ricaduta radioattiva. In questi rifugi venivano immagazzinati viveri e acqua per 1-2 settimane, il tempo necessario perché decadesse il materiale radioattivo più pericoloso.
   
Fortunatamente si comprese presto che bombe così potenti non potevano avere chiaramente una vera applicazione militare. Il loro uso era adatto soltanto per una distruzione selvaggia, che avrebbe semplicemente invitato a una rappresaglia dello stesso tipo. Dopo il 1970 esse furono silenziosamente abbandonate per sempre.




Da: http://www-istp.gsfc.nasa.gov/stargaze/Inucweap.htm

I partigiani alle armi

I partigiani non erano parte dell'esercito, bensì erano migliaia d’italiani, uomini e donne, operai, contadini, studenti, professionisti e sacerdoti che ebbero il coraggio di prendere le armi ed iniziare la guerriglia contro i fascisti ed i tedeschi che ormai da vent'anni opprimevano il popolo italiano.
I partigiani, però, non avevano una grande disponibilità di armi, per questo motivo si erano organizzati in modo da prendere le armi ai soldati di ritorno dalla leva o prelevandole dai depositi dell’esercito italiano. Ma si trattava di fucili e di poche altre armi leggere che non potevano reggere il confronto con quelle dei nazisti.
                             
C’era poi il problema delle munizioni. A questi problemi vennero in aiuto in seguito gli Alleati, con forniture di armi, munizioni, denaro ed ufficiali di collegamento ai partigiani del settentrione. Solo nel corso degli ultimi quattro mesi di guerra, gennaio-aprile 1945, la Special Force organizzò 865 lanci di materiale da guerra ai partigiani del nord. Due terzi di tali lanci riuscirono, cioè 551 per complessive 1200 tonnellate e precisamente 650 tonnellate di armi e munizioni, 300 tonnellate di esplosivo e 250 tonnellate di altri materiali.
Le armi più utilizzate erano i fucili. I fucili più utilizzati in Italia nella Seconda Guerra mondiale erano i Carcano: erano dei fucili ad otturatore-girevole-scorrevole con una baionetta al termine. Questi non erano dei fucili moderni al tempo della Seconda Guerra mondiale perché erano già stati superati tecnologicamente da altre invenzioni. I partigiani chiamavano questi fucili con il termine dialettale "parabello", probabilmente nome derivato dal tipo di munizioni che venivano usate cioè i proiettili da 9mm parabellum.
Un'altra tipologia di armi utilizzata era quella delle pistole.
La pistola più "popolare" in Italia era la Beretta M34 ed M35, una pistola semiautomatica (cioè che una volta caricato un colpo il resto si caricava automaticamente) che era in dotazione alle Forze Armate, ma venne usata anche dai partigiani durante la Resistenza.
In minoranza c'erano altre armi leggere come le mitragliatrici Breda Mod. 30 cioè una mitragliatrice da squadra che si utilizzava appoggiandosi al terreno con i rispettivi bracci di appoggio. 

mercoledì 22 giugno 2011

Le armi nel più grande conflitto della storia

Mentre la prima guerra mondiale era stata una guerra di posizione combattuta nelle trincee, la seconda guerra mondiale fu una guerra di movimento combattuta con potenti armi per aria, per mare e per terra. Furono usati sia armi già conosciute nella prima guerra mondiale, sia armi più potenti come il V2 e la bomba atomica.

I carri armati per esempio, già usati nella prima guerra mondiale, furono utilizzati da tutti gli stati in guerra. I Russi possedevano dei potenti lanciarazzi chiamati “katiusce”. Gli Americani avevano degli aerei talmente potenti che venivano chiamati “fortezze volanti”: potevano trasportare anche 8 tonnellate di bombe e 13 mitragliatrici. Furono usati per la prima volta missili telecomandati che potevano essere guidati da terra; i Tedeschi usarono uno di questi missili chiamato V2 per bombardare Londra nel 1944.

Ma l’arma più potente della seconda guerra mondiale fu la bomba atomica usata dagli Americani per bombardare Hiroshima e Nagasaki. Nel 1945, dopo la sconfitta della Germania, poiché il Giappone continuava la guerra, gli Americani mandarono dei volantini con su scritto di arrendersi e che, se non si fossero arresi, avrebbero usato un’arma potente quanto 2000 fortezze volanti. Ma il Giappone rifiutò questo avvertimento. Perciò il 6 agosto gli Americani lanciarono la bomba atomica su Hiroshima. L’80% delle case furono distrutte e morirono 90.000 persone, circa la metà della popolazione. Il 9 agosto gli Americani lanciarono un’altra bomba su Nagasaki e la rasero al suolo: morirono 40.000 persone. Di coseguenza il 14 agosto 1945 il Giappone si arrese definitivamente.


Da:  http://www.impariamoascrivere.it/sanmarco/guerram2.htm

Altri siti di riferimento:  
 http://www.inilossum.com/2gue_HTML/2guerra1945-53.html
 http://www.racine.ra.it/europa/uno/esame2006/terzab/ciozzaector/html/ArmidellaIIGuerraMondiale.htm

sabato 18 giugno 2011

La Prima Guerra Mondiale

La prima guerra mondiale rappresentò una svolta nella tradizionale idea di guerra che vedeva gli eserciti affrontarsi al di fuori delle città e nelle tecniche di combattimento utilizzate in tutte le precedenti guerre. L'utilizzo di tecniche e armi innovative caratterizzarono il primo conflitto dell'era contemporanea.

Comparvero per la prima volta tute mimetiche ed elmetti di acciaio, necessari per proteggersi dal fuoco nemico che sostituirono le divise e i pittoreschi cappelli ottocenteschi. Nel 1916 l'esercito tedesco dovette abbandonare il mitico pickelhaube, elmo con il chiodo di stampo prussiano per utilizzare elmi più efficienti che proteggessero la testa nei combattimenti al fronte. Per la prima volta si utilizzarono nuove e terribili armi da fuoco come le mitragliatrici, cannoni a lungo calibro e furono impiegati carri armati ed aerei da combattimento. Durante i combattimenti si impiegarono per la prima colta gas asfissianti e lanciafiamme.

Il 22 aprile 1915, i tedeschi utilizzarono per la prima volte gas chimici. A Ypres utilizzando gas asfissianti al cloro provocarono il terrore tra le truppe nemiche. Inizialmente a questi attacchi si cercò di resistere con fazzoletti fazzoletti bagnati con acqua e urina e solo successivamente si sperimentarono le prime maschere anti-gas. Negli anni seguenti i gas al cloro furono sostituiti da un gas più sofisticato, l'iprite (nome scelto per ricordare il primi attacco di Ypres. Questo gas veniva sparato da proiettili.

La principale innovazione nel campo della guerra fu introdotta però dall'esercito inglese: il 15 settembre 1916 gli inglesi durante la battaglia di Somme attaccarono le linee tedesche accompagnati da carri armati i Mark. L'utilizzo dei mezzi corazzati scateno panico nelle truppe del kaiser nonostante fossero ancora mezzi lenti e impacciati negli spostamenti. Il loro utilizzo non fu quello di aprire varchi nelle difese avversarie a cui far seguire le forze di terra, come avvenne nella seconda guerra mondiale, ma furono impiegati come supporto alla fanteria.

La grande guerra, iniziata con l'idea che fosse un conflitto breve e di facile soluzione, si tramutò in una lunga mattanza che lasciò 10 milioni di morti dopo 4 anni di violenza e morte. L'Europa uscì dal primo conflitto mondiale solo nel 1918 dopo che l'uso di armi nuove e tecnologicamente più evolute avevano portato gli eserciti a combattere in condizioni indescrivibili nelle trincee che vedevano opposti gli eserciti.


Da:  http://www.primaguerramondiale.it/guerra/armi-prima-guerra-mondiale.htm

venerdì 17 giugno 2011

Le armi nel Far West

Le pistole non hanno conquistato il West: sono stati gli uomini a farlo.La Costituzione garantiva agli Americani il diritto di portare armi, e l’intenso e rapido sviluppo delle nuove tecnologie in questo campo, a partire dal 1830, ne favorì la diffusione. Nelle cittadine dei cowboy e nei campi minerari, le armi, il gioco d’azzardo e i liquori favorivano i conflitti a fuoco, mentre i litigi per i diritti sui pascoli aperti creavano guerre private. A dispetto della cinematografia hollywoodiana, molti abitanti del West giravano disarmati; altri, invece, crearono la leggenda del West, quella del pistolero.
La maggior parte dei cowboy trascurava la propria pistola e la trattava con scarso riguardo. Quelli la cui vita dipendeva da essa, come uomini di legge e pistoleri, ne avevano invece maggior cura. Alcuni facevano adattare le loro Colt per sparare più 
velocemente. 

Il Revolver Colt del 1873 a singola azione (come quasi tutti i revolver dell'800), in dotazione all’Esercito, ha un primato: nel West ha probabilmente ucciso più persone di qualunque altro tipo di pistola. Quando la sua produzione venne sospesa, nel 1941, ne erano stati venduti 357.859 esemplari. Nel 1878 il modello “Peacemaker” calibro 45 venne integrato dal “Frontier”, le cui cartucce calibro 44 erano adatte anche per il fucile Winchester. Queste pistole di così grosso calibro (molto pesanti, 1 Kg circa, per assorbire il rinculo) avevano un potere di arresto garantito. La Colt era precisa, ben bilanciata, e funzionava anche se alcune parti del meccanismo erano rotte, il che accadeva di frequente.

Per saperne di più: http://win.farwest.it/storia/storia_del_west/armi_west/armi_del_west.htm

giovedì 9 giugno 2011

Brevetti significativi: la nitroglicerina

Da:  http://it.wikipedia.org/wiki/Nitroglicerina

La nitroglicerina è un composto chimico altamente esplosivo, scoperto da Ascanio Sobrero, che nel 1847 in Italia ripeté l'esperimento della sintesi di nitrocellulosa, con la variante dell'aggiunta della glicerina.

Nel 1867 Alfred Nobel scoprì che la nitroglicerina miscelata con la farina fossile avrebbe trasformato il liquido in una pasta che poteva essere plasmata in canne di dimensioni e forma idonea per l'inserimento nei fori di perforazione. Nel 1867 ha brevettato il materiale sotto il nome di dinamite.Quest'ultima è stata utilizzata in usi bellici, nelle cave, per demolizioni, e altro di consimile.

Continua su:  http://www.google.com/patents?id=yaoeAAAAEBAJ&pg=PA3&dq=nitroglycerin+ininventor:nobel&hl=en&ei=XFzxTYTiOsTSsgbVpK2IBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCwQ6AEwAA#v=onepage&q=nitroglycerin%20ininventor%3Anobel&f=false