I partigiani non erano parte dell'esercito, bensì  erano migliaia d’italiani, uomini e donne, operai, contadini, studenti,  professionisti e sacerdoti che ebbero il coraggio di prendere le armi ed  iniziare la guerriglia contro i fascisti ed i tedeschi che ormai da  vent'anni opprimevano il popolo italiano.
I partigiani, però, non avevano una grande disponibilità di armi, per questo motivo si erano organizzati in modo da prendere le armi ai soldati di ritorno dalla leva o prelevandole dai depositi dell’esercito italiano. Ma si trattava di fucili e di poche altre armi leggere che non potevano reggere il confronto con quelle dei nazisti.
                              
I partigiani, però, non avevano una grande disponibilità di armi, per questo motivo si erano organizzati in modo da prendere le armi ai soldati di ritorno dalla leva o prelevandole dai depositi dell’esercito italiano. Ma si trattava di fucili e di poche altre armi leggere che non potevano reggere il confronto con quelle dei nazisti.
 C’era poi  il problema delle munizioni. A questi problemi vennero in aiuto in  seguito gli Alleati, con forniture di armi, munizioni, denaro ed  ufficiali di collegamento ai partigiani del settentrione. Solo nel corso  degli ultimi quattro mesi di guerra, gennaio-aprile 1945, la Special  Force organizzò 865 lanci di materiale da guerra ai partigiani del nord.  Due terzi di tali lanci riuscirono, cioè 551 per complessive 1200  tonnellate e precisamente 650 tonnellate di armi e munizioni, 300  tonnellate di esplosivo e 250 tonnellate di altri materiali.
C’era poi  il problema delle munizioni. A questi problemi vennero in aiuto in  seguito gli Alleati, con forniture di armi, munizioni, denaro ed  ufficiali di collegamento ai partigiani del settentrione. Solo nel corso  degli ultimi quattro mesi di guerra, gennaio-aprile 1945, la Special  Force organizzò 865 lanci di materiale da guerra ai partigiani del nord.  Due terzi di tali lanci riuscirono, cioè 551 per complessive 1200  tonnellate e precisamente 650 tonnellate di armi e munizioni, 300  tonnellate di esplosivo e 250 tonnellate di altri materiali.Le armi più utilizzate erano i fucili. I fucili più utilizzati in Italia nella Seconda Guerra mondiale erano i Carcano: erano dei fucili ad otturatore-girevole-scorrevole con una baionetta al termine. Questi non erano dei fucili moderni al tempo della Seconda Guerra mondiale perché erano già stati superati tecnologicamente da altre invenzioni. I partigiani chiamavano questi fucili con il termine dialettale "parabello", probabilmente nome derivato dal tipo di munizioni che venivano usate cioè i proiettili da 9mm parabellum.
La  pistola più "popolare" in Italia era la Beretta M34 ed M35, una pistola  semiautomatica (cioè che una volta caricato un colpo il resto si  caricava automaticamente) che era in dotazione alle Forze Armate, ma  venne usata anche dai partigiani durante la Resistenza.
In minoranza c'erano altre armi leggere come le mitragliatrici Breda Mod. 30 cioè una mitragliatrice da squadra che si utilizzava appoggiandosi al terreno con i rispettivi bracci di appoggio.
In minoranza c'erano altre armi leggere come le mitragliatrici Breda Mod. 30 cioè una mitragliatrice da squadra che si utilizzava appoggiandosi al terreno con i rispettivi bracci di appoggio.

 
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