 Cesare Beccaria e le armi: diritto dell'uomo e utile strumento di autodifesa
Cesare Beccaria e le armi: diritto dell'uomo e utile strumento di autodifesaCesare Beccaria (1738-1794) fu una delle maggiori figure dell'Illuminismo italiano, legato agli ambienti intellettuali milanesi. Egli, partendo dalla teoria contrattualistica, derivata da quella di Rousseau, che sostanzialmente fonda la società su un contratto sociale  teso a salvaguardare i diritti degli individui e a garantire in questo  modo l'ordine, definì in pratica il delitto in maniera laica  come una violazione del contratto, e non come offesa alla legge divina,  che appartiene alla coscienza della persona e non alla sfera pubblica.  La società nel suo complesso godeva pertanto di un diritto di  autodifesa, da esercitare in misura proporzionata al delitto commesso  (principio del proporzionalismo della pena) e secondo il principio  contrattualistico per cui nessun uomo può disporre della vita di un  altro.
Il pensiero di Beccaria sul porto delle armi da fuoco, che egli riteneva un utile strumento di deterrenza del crimine, si riassume nelle seguenti citazioni 
""Falsa  idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un  inconveniente o immaginario o di poca conseguenza, che toglierebbe agli  uomini il fuoco perché incendia e l’acqua perché annega, che non ripara  ai mali che col distruggere. Le leggi che proibiscono di portare  armi sono leggi di tal natura; esse non disarmano che i non inclinati né  determinati ai delitti, mentre coloro che hanno il coraggio di poter  violare le leggi più sacre della umanità e le più importanti del codice,  come rispetteranno le minori e le puramente arbitrarie, e delle quali  tanto facili ed impuni debbon essere le contravvenzioni, e l’esecuzione  esatta delle quali toglie la libertà personale, carissima all'uomo,  carissima all’illuminato legislatore, e sottopone gl’innocenti a tutte  le vessazioni dovute ai rei? Queste peggiorano la condizione  degli assaliti, migliorando quella degli assalitori, non iscemano gli  omicidii, ma gli accrescono, perché è maggiore la confidenza  nell’assalire i disarmati che gli armati. Queste si chiamano  leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla  tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata  meditazione degl’inconvenienti ed avantaggi di un decreto universale  ".
 
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